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Tag: wifi6E

13° incontro tecnici WLAN

Dove si parla dei problemi di eduroam, progetti outdoor e molto ancora.

Apple ha annunciato che il nuovo iPhone 14 non avrà connettività wi-fi 6Ghz, una delusione per molti di noi che ritengono i 6Ghz un rinascimento delle WLAN. Nel frattempo i telefoni Google Pixel 6 e Samsung Galaxy21 Ultra supportano 6Ghz, e sul mercato si trovano laptop di fascia alta con scheda Intel AX210 6Ghz.

Wi-Fi University è una iniziativa di formazione aperta e gratuita lanciata da 7Signal, sul sito ci sono percorsi di formazione e tematici sul Wi-Fi di qualità molto alta, basati sui numerosi webinar che l’azienda ha fatto nel tempo (e che continua a fare).

Paolo, nuovo partecipante della community ci parla di wi-fi outdoor con il caso di un grande campeggio sull’Appennino in cui in condizioni molto complesse ha realizzato una rete wi-fi con soluzioni ingegnose.

Settimana prossima ci sarà un incontro aperto, separato da wlanitalia e in lingua inglese, dedicato alle soluzioni wi-fi per ambienti industriali con distributed antenna system (DAS) e cavi radianti. Venedì 16/9 alle 16.00, link Zoom su richiesta.

Ancora sul tema wi-fi e salute, segnalo un documento redatto per l’Università degli Studi di Milano: Aspetti normativi, di sicurezza e di tutela della salute dei dispositivi radio wi-fi in Ateneo. E’ sicuramente migliorabile, spoiler: in nessun caso si superano i livelli di legge.

Infine a tempesta perfetta in eduroam, con l’inizio delle lezioni, l’arrivo delle matricole, la configurazione di migliaia di dispositivi e i tool di onboarding che non funzionano: ma andiamo con ordine.

Migliaia di istituzioni accademiche e di ricerca nel mondo usano eduroam non solo per l’autenticazione federata e il roaming, ma soprattutto perché offre a costo zero degli strumenti sicuri di configurazione e onboarding dei dispositivi degli utenti.

Oggi questi strumenti sono in una situazione critica che rischia di generare grossi problemi di supporto alle istituzioni che li usano, e che può degradare significativamente il valore di eduroam per gli enti aderenti.

Il sito di configurazione cat.eduroam.org attualmente ha delle limitazioni:

  • installer Windows10 guasto o parzialmente funzionante (potrebbe essere risolto con una nuova versione il 16/9);
  • GEANTLink (un configuratore EAP) non più supportato su Windows10;
  • Android 9 e successivi con CAT non più supportati;
  • configurazione su MacOS complessa;
  • l’installer Linux usa una versione di Python obsoleta (riferito a Ubuntu 22.04 LTS);
  • le informazioni sul sito sono inadeguate.

Il nuovo configuratore geteduroam, che si interfaccia con la base dati di cat.eduroam.org, dovrebbe essere la soluzione ufficiale di onboarding per tutte le piattaforme, ma:

  • supporta Android 9 e successive, ma non Android 11 a causa di bachi nelle librerie ufficiali di Google;
  • presenta bachi nell’interfaccia utente che ne degradano la UX e lo rendono parzialmente inutilizzabile su telefoni e tablet;
  • due domini .app e .org che generano confusione;

Queste criticità nascono dall’evoluzione e frammentazione dei sistemi operativi, ma soprattutto dalle pochissime risorse che GEANT dedica allo sviluppo software in eduroam.

Gli strumenti cat e geteduroam sono gestiti da un esiguo gruppo di bravissimi sviluppatori privi però degli investimenti (finanziari, HR, gestionali, di governance) necessari a un compito così complesso.

Basti pensare che il luogo pubblico in cui le informazioni e le problematiche che interessano migliaia di enti federati e milioni di utenti nel mondo vengono presentate e discusse sono 2 terse mailing list: cat-users e geteduroam

GEANT, che gestisce il progetto eduroam, dovrebbe investire fondi con decisione e lungimiranza. Come tecnici responsabili di eduroam nelle nostre istituzioni rischiamo di dovere sostenere i costi di:

  • un alto numero di richieste di supporto e
  • un ricorso a soluzioni commerciali di mobile device management (MDM), integrazione e onboarding onerose e proprietarie.

Il primo passo per far capire la serietà della situazione è iscriversi alle mailing list e segnalare lì i problemi riscontrati, bachi, anomalie, e caratteristiche delle richieste di supporto. Così si potrà fare pressione a livello nazionale ed europeo per dimostrare e convincere quanto sia importante una eduroam sicura, accessibile, inclusiva, aperta, pubblica e adeguatamente finanziata.

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12° incontro tecnici WLAN

Dove parliamo di Wi-Fi 6E nella banda 6Ghz e mettiamo le mani su un AP4000 tri-radio di Exreme Networks.

Questo è il primo di una serie di incontri su 6Ghz. Si parla della banda di frequenza 6 Ghz e di come funziona il processo di discovery in-band e out-of-band. Esaminiamo un Extreme Networks AP4000 (2.4, 5 e 6Ghz) e le opzioni per configurarlo sui 6Ghz in un ambiente controller-based. Considerazioni sul POE 802.3at, porte ethernet 2.5 Gbps, WPA2/WPA3, form factor e montaggio.

Correzione: nell’analisi del Reduced Neighbor Report con Wireshark ho fatto confusione. L’operating class 133 indica un canale da 80Mhz, 132 40 Mhz e 131 20Mhz.

Segnalo due eccellenti articoli di David Coleman sui modi in cui un client scopre un AP su 6Ghz:

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Ottavo incontro tecnici WLAN

Bring your own polar chart! Esaminiamo degli AP che usiamo realmente nelle nostre WLAN, modelli Cisco, Aruba, Ruckus ed Extreme Networks con antenna interna, più o meno omnidirezionali.

Si parla di datasheet degli AP e di antenna envelope charts, dette anche azimut and elevation charts o polar charts. Sono su scala logaritmica (non lineare) e rappresentano l’intensità direzionale del segnale RF propagato rispetto a un livello massimo arbitrario “0”.

Per interpretare gli schemi di propagazione, una differenza di +/-3dB corrisponde a un raddoppio/dimezzamento dell’intensità del segnale, mentre se ci interessa la distanza raggiunta dal segnale, una differenza di +/-6dB corrisponde a un raddoppio/dimezzamento della distanza.

La particolare propagazione degli AP omnidirezionali li rende poco adatti ad essere installati a parete, perché in questa posizione tendono a disperdere il segnale in alto e in basso verso i piani limitrofi, non servono in modo ottimale il locale e coprono debolmente il locale alle spalle della parete.

azimut/elevation chart di Extreme Wireless AP410c

Di Ruckus Jacopo segnala la tecnologia beamflex che con tecniche di smart antenna proprietarie e transmit beanforming dirige il segnale volta per volta in direzione del client.

Si parla di vita media dell’installato, e di Wi-Fi6: conviene aggiornare a 802.11ax? che benefici porta e quali criticità? Una buona guida sull’argomento è pubblicata da David Coleman per Extreme Networks: Wi-Fi6 & 6E for dummies.

Per chi fosse interessato a WLPC Europe a Praga 12-14 Ottobre, la call for topics è aperta fino al 16 maggio, poi inizieranno le votazioni.

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