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Tag: extreme networks

12° incontro tecnici WLAN

Dove parliamo di Wi-Fi 6E nella banda 6Ghz e mettiamo le mani su un AP4000 tri-radio di Exreme Networks.

Questo è il primo di una serie di incontri su 6Ghz. Si parla della banda di frequenza 6 Ghz e di come funziona il processo di discovery in-band e out-of-band. Esaminiamo un Extreme Networks AP4000 (2.4, 5 e 6Ghz) e le opzioni per configurarlo sui 6Ghz in un ambiente controller-based. Considerazioni sul POE 802.3at, porte ethernet 2.5 Gbps, WPA2/WPA3, form factor e montaggio.

Correzione: nell’analisi del Reduced Neighbor Report con Wireshark ho fatto confusione. L’operating class 133 indica un canale da 80Mhz, 132 40 Mhz e 131 20Mhz.

Segnalo due eccellenti articoli di David Coleman sui modi in cui un client scopre un AP su 6Ghz:

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Ottavo incontro tecnici WLAN

Bring your own polar chart! Esaminiamo degli AP che usiamo realmente nelle nostre WLAN, modelli Cisco, Aruba, Ruckus ed Extreme Networks con antenna interna, più o meno omnidirezionali.

Si parla di datasheet degli AP e di antenna envelope charts, dette anche azimut and elevation charts o polar charts. Sono su scala logaritmica (non lineare) e rappresentano l’intensità direzionale del segnale RF propagato rispetto a un livello massimo arbitrario “0”.

Per interpretare gli schemi di propagazione, una differenza di +/-3dB corrisponde a un raddoppio/dimezzamento dell’intensità del segnale, mentre se ci interessa la distanza raggiunta dal segnale, una differenza di +/-6dB corrisponde a un raddoppio/dimezzamento della distanza.

La particolare propagazione degli AP omnidirezionali li rende poco adatti ad essere installati a parete, perché in questa posizione tendono a disperdere il segnale in alto e in basso verso i piani limitrofi, non servono in modo ottimale il locale e coprono debolmente il locale alle spalle della parete.

azimut/elevation chart di Extreme Wireless AP410c

Di Ruckus Jacopo segnala la tecnologia beamflex che con tecniche di smart antenna proprietarie e transmit beanforming dirige il segnale volta per volta in direzione del client.

Si parla di vita media dell’installato, e di Wi-Fi6: conviene aggiornare a 802.11ax? che benefici porta e quali criticità? Una buona guida sull’argomento è pubblicata da David Coleman per Extreme Networks: Wi-Fi6 & 6E for dummies.

Per chi fosse interessato a WLPC Europe a Praga 12-14 Ottobre, la call for topics è aperta fino al 16 maggio, poi inizieranno le votazioni.

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Sesto incontro tecnici WLAN

Dove il Quizzone ci porta a discorrere di infrastrutture monovendor e multivendor, e delle gioie e dolori di esse.

8 su 10 di noi hanno una infrastruttura di un unico vendor, 1 su 10 sta facendo una transizione da vendor A a vendor B, 1 su 10 ha un ambiente multivendor.

Vale la pena definire cosa si intende: un conto è avere l’infrastruttura routing e switching con il vendor A, e il wireless con il vendor B.

Altro conto è avere il wireless su due vendor diversi, per scelta o per transizione. In questo caso è preferibile tenere separati gli ambienti A e B, ad esempio dividendoli per campus o per edificio, in modo omogeneo, evitando problemi ad esempio di roaming.

Lo stesso principio di segmentazione vale per l’evoluzione tecnologica tra generazioni successive di prodotti all’interno di uno stesso vendor, è preferibile avere edifici/sedi con tecnologia uniforme invece di un minestrone di tecnologie non sempre compatibili.

Monovendor:

  • integrazione WLAN con routing e switching;
  • funzioni WIPS evolute come rogue AP port suppression;
  • semplificazione amministrativa (capitolati, RDO, licenze, manutenzione);
  • integrazione tra sistemi e gestione unificata;
  • vendor lock-in.

Multivendor:

  • approccio best of breed;
  • migliore leva commerciale;
  • aspetti amministrativi più complessi;
  • ostacoli cognitivi: lingue e dialetti diversi;
  • sistemi separati e non integrati;
  • roaming inter-vendor non sempre funzionante.

C’è chi utilizza AP standalone gestiti manualmente, in contesti molto piccoli. E’ un sistema che funziona finché funziona. Quando i numeri crescono più in fretta del budget si può guardare a:

  • Progetti free e open source come Freshtomato, l’ultimo di una serie di fork basati su chipset Broadcom;
  • Tanaza, un progetto simile, ma in forma di azienda di gestione cloud e firmware multidevice;
  • OpenWi-Fi, TelecomInfra Project., Openconfig.

Al WLPC 2022 Phoenix ci sono state alcune presentazioni su soluzioni hardware e firmware aperte e competitive, interessanti per gare e offerte dove il prezzo è un fattore determinante: America Latina, Africa, Sudest asiatico, progetti finanziati per lo sviluppo, ma anche ISP/WISP. Le slide allegate agli interventi sono una miniera di informazioni:

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